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ASSOCIAZIONE GUASTALLESE DI STOR

ASSOCIAZIONE GUASTALLESE
DI STORIA PATRIA
1933



STORIA DEL SODALIZIO



La nascita dell’Associazione nel 1933 si inquadrò in due ben precise prospettive: da un lato ci si richiamò all’esperienza ampiamente pluridecennale che aveva mosso il forte sviluppo delle Deputazioni e Società di Storia Patria, sin dall’Unità d’Italia e per talune anche dagli anni precedenti.
In questo senso la partecipazione di studiosi guastallesi all’attività di tali Istituzioni risaliva già alla fine dell’Ottocento, nell’ambito della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, e tale legame sarebbe stato destinato a mantenersi nel tempo non meno che a rinnovarsi attorno agli anni ‘30 del Novecento.
Dall’altro fu conseguenza del rinnovato fervore negli studi storici che il Regime aveva favorito nel consolidarsi della propria evoluzione politica e sociale. Proprio per questa ragione i principali promotori della fondazione di A.G.S.P. furono Aldo Mossina e Rufo Paralupi, rilevanti personaggi che nella Guastalla tra le due Guerre impegnarono la propria attività sul fronte politico non meno che culturale e professionale.
Al pari dei due guastallesi, che raccolsero attorno all’iniziativa il consenso di altri studiosi laici ed ecclesiastici della città, parte fondamentale nella costituzione della nuova Associazione di studi storici ebbe Giuseppe Micheli, notaio e studioso parmigiano, politico, già senatore, tra i fondatori del Partito Popolare. Dopo alcuni anni durante i quali si costituì la reciproca conoscenza e fiducia tra l’allora segretario della Deputazione parmense (allora presidente era il senatore Mariotti), ed i suoi principali corrispondenti in Guastalla, si crearono dunque i presupposti istituzionali per la forte ripresa degli studi storiografici, proprio sulla base dell'attività della costituenda A.G.S.P.
Ciò che appare maggiormente significativo, in relazione ai rapporti istituzionali/storiografici con Parma, lo si ritrova nel fatto che A.G.S.P. mutuò dalla Deputazione parmense schemi operativi, finalità, falsariga dello Statuto con una relazione così stretta da legittimare non l'idea, ma la certezza, che tali rapporti furono impostati (certamente non per questa ragione esclusiva, ma non per questo meno forte), proprio per favorire l'affermazione del recentemente costituitosi gruppo guastallese di studiosi. I quali non dimenticarono tuttavia la specificità della situazione d'origine, più scarsa di possibili adepti di quanto non potesse essere in una città come Parma. Si ovviò a questo limite attribuendo alla nascente Associazione anche il compito della divulgazione dei risultati della ricerca tra coloro che fossero stati meno acculturati, ma non per questo meno interessati, il che si rileva proprio dalle previsioni statutarie.
Non esclusiva società di dotti quindi, ma moderna Istituzione volta anche ad un pubblico beneficio, in sintonia con lo spirito del Regime.
In quegli stessi anni i soci maggiormente significativi del nuovo sodalizio guastallese (in quanto ad attività di ricerca ed editoriale), furono ascritti alla Deputazione parmense.
Nell’archivio di Rufo troviamo quattro documenti, con i quali Giuseppe Micheli comunica l'iter della pratica di ascrizione, mentre Aldo Mossina non pare avesse conservato traccia documentale.
In ogni caso troviamo in Archivio Storico per le Province Parmensi, nel vol. XXXIV, Nuova Serie, pp. VIII e IX, la testimonianza relativa all'ascrizione di Paralupi, Mossina e di mons. Anselmo Mori, in occasione della Seduta di studio del 27 dicembre 1932. L'anno seguente mons. Angelo Cocconcelli, altro socio di A.G.S.P., risulterà ascritto nel corso della Seduta del 28 novembre 1933, il che si rileva da Archivio Storico per le Province Parmensi, vol. XXXV, Nuova Serie, p. VII.
Circa questi stretti rapporti con Parma, non si può evitare di coglierne il duplice significato attinente al metodo e alle relazioni.
Metodo, in quanto ci si rifà ad una Istituzione di consolidato prestigio e visibilità, elementi che da quella possono essere mutuati, ed introdotti in ambito guastallese. Non si trascuri il fatto che al tempo le Deputazioni e Società di Storia Patria frequentemente surrogavano l’Università nella ricerca, edizione e diffusione di quanto avesse attinenza, in generale, con la storiografia.
Relazioni, poiché solo il confronto con esperienze riconosciute è l'elemento che può certificare della qualità di quanto in Guastalla si stia realizzando con impegno.
Si vuole dunque uscire dalla ristretta conduzione locale delle iniziative, dal circuito non professionalizzante dell'apprendimento empirico, per giungere a schemi riconosciuti in ambito nazionale. Pregio delle pubblicazioni delle Deputazioni e Società di Storia Patria si ritrova infatti nella diffusione nazionale a mezzo dello scambio editoriale, in modo tale che quanto elaborato perde il carattere di ‘locale’ per giungere a qualificarsi come ‘elemento di comparazione’.
In questo senso si possono utilmente confrontare i saggi pubblicati dagli studiosi di Guastalla in Archivio Storico per le Province Parmensi, che stanno a testimoniare della coerente capacità di produrre contributi dal livello qualitativamente comparabile con la saggistica presente in quella rivista.
Infine è opportuno ricordare che proprio grazie ad A.G.S.P., dopo anni di stasi, la Biblioteca Maldotti, antica istituzione di conservazione libraria e documentale guastallese fondata nel 1801 dall'abate Maldotti riacquistò un ruolo attivamente rilevante nel panorama culturale della città. Il 5 luglio 1933 A.G.S.P., a firma del vicepresidente Paralupi, sottopose al Prefetto di Reggio Emilia la necessità del riordino dell'importante Istituzione culturale, lamentando il precario stato strutturale, le condizioni di abbandono del materiale, l’impossibilità di una utile frequentazione. In breve tempo si ottennero i finanziamenti richiesti (governativi), si procedette ai lavori ormai impellenti, ed il 6 ottobre 1934 si diede corso all'inaugurazione.
In quell’occasione Aldo Cerlini provvide alla stesura degli inventari analitici del Fondo Gonzaga e di vari altri Fondi archivistici privati, che compariranno nei due volumi pubblicati presso l’editore Leo S. Olschki nella collana ‘Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia’, nel 1937. È significativo che tale riordinamento fosse nato non come valorizzazione statica del patrimonio in ragione dell’assetto proprietario dello stesso, ma proprio in ragione delle idee di ricerca e apertura agli studiosi che attorno a quel patrimonio circolavano grazie ad A.G.S.P.
Tuttavia le vicende umane possono a volte comportare battute d'arresto anche nei programmi che paiono inossidabili perché costruiti con impegno, competenza, lungimiranza.
Così i protagonisti di allora incontrarono, nel volgere di non molti anni, destini divergenti: Rufo Paralupi morì nel 1937, Aldo Mossina nel 1941, la guerra sembrò spezzare ritmi e rapporti ormai consolidati, mons. Angelo Cocconcelli vide distrutta dalle bombe la propria mirabile casa – museo, e per lui come per mons. Anselmo Mori la cura d'anime divenne primario lenitivo alle sofferenze della popolazione, nel 1948 scomparve Giuseppe Micheli, ed altre urgenze avanzarono.
Ma non solo questo incise sulla giovane associazione, giacché in quegli stessi anni il R.D. 1176 del 20 giugno 1935-XIII aveva profondamente riformato Deputazioni e Società di Storia Patria, cosicché anche A.G.S.P., legata sia pur per fatti se non per atti a quel sistema, fra travagli di uomini e di leggi giunse al secondo Dopoguerra senza trovare chi provvedesse ad una sua nuova definizione giuridica, stante il nuovo ordinamento democratico e repubblicano.
Quindi si può dire sia rimasta in sonno sino al 21 marzo 2000, quando con atto privato registrato presso l’Ufficio delle Entrate di Guastalla è stata ricostituita la continuità giuridica, mai cessata, con l’originario atto del 1933.


 

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